Due gli appuntamenti più significativi del febbraio che si è appena concluso: l'incontro con il partigiano e deportato Franco Varini, che è venuto a raccontarci la sua esperienza al Pavese, e la conversazione della PiUPRATeL sull'acqua e la sua gestione con Paolo Mannini, amico agronomo esperto, tra l'altro, di irrigazione e risparmio idrico.
L'incontro con FRANCO VARINI di domenica 19 è stato veramente emozionante anche grazie alla sua straordinaria capacità di raccontare episodi lontani ma ancora così vivi nella sua memoria, che vanno assolutamente trasmessi ai più giovani, cosa che lui fa, instancabilmente.
Giovani ce n'erano, tra il folto pubblico, e davanti ai loro e ai nostri occhi se ne sono materializzati altri, quelli che l'8 settembre del '43, in modo del tutto spontaneo, seppero scegliere da che parte stare e cominciarono a resistere, nel loro borgo cittadino abitato da povera gente, ma che non voleva più essere sottomessa: il "Mirasole" . Franco "il figlio della Nina", che nel '44 fu arrestato e prima portato a Fossoli quindi trasferito a Bolzano e infine in Germania, ci ha raccontato la sua lunga odissea personale senza retorica bensì con molta umanità e vivacità, mostrandoci una volta di più quanto siano preziose queste testimonianze, inevitabilmente, purtroppo, sempre più rare. I suoi racconti, il suo elenco preciso dei triangoli colorati sulle vesti dei prigionieri dei campi: rosso, azzurro, rosa, viola, nero, giallo, verde, sono indispensabili per capire e non dimenticare lo sterminio nazista dei prigionieri: politici, apolidi, omosessuali, zingari, asociali, ebrei... e infine la crudeltà che costringeva altri a diventare "kapò", col triangolo verde.

I dati sulla subsidenza, generata anche dal prelievo del gas, fanno davvero paura: Bologna si è abbassata di 6 metri in un arco di tempo storicamente "breve", Cesenatico si abbassa di 3 cm l'anno e Castelmaggiore non sta granché meglio...
Grazie, Paolo!